lunedì 2 agosto 2010

Lettera

Caro prof.
la questione è che io non la stimo e forse non la stimerò mai (e viceversa). Purtroppo incontrarsi in piazza a volte riserva qualche dispiacere, posso immaginarlo, lì dal nido che voi "senza paraocchi" chiamate Matrix. E lo riserva soprattutto se la piazza è il salotto di casa mia e voi non siete stati invitati ad entrare.Questa in conclusione credo sia la "lezione più dura (anche per lei) da sentirsi spiegare" proprio da una ex studente.

Detto questo io continuo per la mia via con le mie caratteristiche e qualità. Ridicolo poi il Suo (ma dovrei dire vostro) tentativo di ridicolizzarmi prendendo di mira la mia relazione sessuale con il partner (non è forse cosa privata?). Certo che dal vostro rametto irto è fin troppo facile fare della vita vera un film e di quel film la vostra ragione di vita.

Pensavo non fosse affar suo il mio voto e le esperienze che mi hanno indotta a prendere coscienza di com'è impostato il sistema. Ho sempre regalato ingenuamente il mio voto, finché non ho visto le conseguenze sotto forma di prepotenze organizzate e finché non ho visto le Vs reazioni alle mie reazioni. Perché (e lo dico provocatoriamente) nemmeno il sistema in auge, è pronto ad una sterzata con animo fatalista. Perché tutti cercano soluzioni private. Cristo si è fermato ad Eboli perché il papa si è fermato in Italia, verrebbe da pensare, sostando nelle suggestioni che mi avete inferto. Se poi considera che gli abitanti di Eboli sono venuti al nord ad esportare esperienza.... come lo vuole chiamare... scambio culturale?

La mia peculiarità è il mio non essere conforme. Come può pensare che rinunci alla mia caratteristica principale? Che materia è la sua che paventa pericoli in seno alle sette religiose e poi fa la stessa cosa che fanno loro, il lavaggio del cervello, a fin di bene suo e dei suoi amici? Sarebbe ora che i prof di religione dicessero cosa insegnano, una buona volta, non cosa non insegnano.

Se altri Suoi colleghi vorranno essere raggiunti da queste parole non faranno certo fatica a trovare un metodo per buttarci un occhio.

Ci lasciamo così, lei diviso ancora una volta, fra vita reale e vita top-secret. Per certo so che se lei fosse stato me non avrebbe saputo fare di meglio.
Michela

1 commento:

Anonimo ha detto...

La fotografia impietosa delle carriere in rosa in Italia è scattata da Womenomics: le dirigenti sono solo il 13% del totale, le azioniste il 6%. Eppure, sottolinea la ricerca, in Europa le donne italiane primeggiano per il prestigio dei titoli di studio conseguiti e per le migliori doti imprenditoriali
Soprattutto tenendo conto della bravura delle donne del Paese: in Italia le laureate sono il 55% e mostrano ottime doti imprenditoriali (sono 1,5 milioni le lavoratrici autonome, contro le 1,2 milioni della Germania e le 767mila della Francia).